Si insedierà al Tecnopolo la sede della nuova Università ONU per la ricerca, la scienza, l’intelligenza artificiale e i big data. Fondamentale per la scelta la presenza sul territorio dell'ecosistema "data valley", composto da tecnologie, competenze, eccellenze nella formazione, indotto industriale.

L'Istituto UNU, che sarà aperto entro metà 2024, diventando centro di attrazione per studenti e docenti da tutto il mondo, avrà come partner istituzionale l’Università di Bologna e opererà nel contesto accademico che comprende tutti gli atenei con sede in Emilia-Romagna.

La dichiarazione da parte di Università delle Nazioni Unite, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ministero dell'Università e della Ricerca, Regione Emilia-Romagna e Università di Bologna è avvenuta nella sede della Bologna Business School di Villa Guastavillani, in occasione del workshop “Towards a new UNU institute on Big Data and Artificial Intelligence for Managing Human Habitat Change”, con la partecipazione di esperti provenienti da tutto il mondo riuniti proprio per confrontarsi sugli obiettivi e priorità del nuovo Istituto, le ricerche da attivare e le opportunità per i talenti. Tra i partecipanti anche il presidente di Cineca Francesco Ubertini.

L'obiettivo dell'istituto sarà studiare i cambiamenti dell’habitat umano indotti dal climate change, con un’attenzione specifica ai complessi problemi del Global South e alle trasformazioni sociali, economiche e culturali che si stanno verificando come conseguenza di una serie di fattori quali l’urbanizzazione, le migrazioni internazionali e interne, le sfide e le opportunità sociali ed economiche generate dall’innovazione tecnologica. Alla base della ricerca in queste tematiche ci saranno il supercalcolo, i big data e l’intelligenza artificiale.

Centrale per la nuova Università Onu sarà lo sviluppo di attività innovative, intersettoriali e transdisciplinari di ricerca e istruzione superiore, grazie allo studio e all'utilizzo delle nuove tecnologie, in particolare l’elaborazione ad alte prestazioni (HPC), e del ruolo che possono giocare nella comprensione e nella valutazione di complessi problemi globali, grazie a potenti simulazioni e analisi di grandi quantità di dati. La combinazione con la ricerca nell'ambito del cambiamento climatico consentirà agli scienziati di svolgere attività di ricerca e istruzione di alta qualità basata sui dati, nel campo della sostenibilità e dei cambiamenti climatici, per fornire consulenza scientifica indipendente e sostegno alle politiche per lo sviluppo sostenibile globale e affrontare le sfide delle transizioni verdi e digitali.

 

Maggiori informazioni, sul sito di Art-ER, dell'Università di Bologna, della Regione Emilia-Romagna