Applicazioni per i beni culturali
Le tecniche di realtà virtuale possono estendere le nostre capacità percettive rendendo possibili interazioni tra simulazioni numeriche e dati raccolti sperimentalmente. In quest'ottica, le applicazioni di realtà virtuale sono strettamente collegate a quelle di visualizzazione scientifica perché creano modalità originali di navigazione ed interrogazione di mondi visibili, invisibili, ipotetici ed immaginari.
La Virtual Cultural Heritage fa riferimento all'uso di sistemi virtuali per generare, navigare ed esplorare ambienti ricostruiti d'interesse culturale.
Agli iniziali progetti di visualizzazione scientifica del VISIT, avviati alla fine degli anni ottanta, si sono presto affiancati i primi lavori dedicati ai beni culturali e al territorio: dallo studio di tecniche di image processing per la classificazione automatica da immagini di frammenti ceramici di bucchero alla fotointerpretazione aerea digitale di aree archeologiche. Il successivo passaggio ha visto l'avvio di progetti di ricostruzione 3D, con la realizzazione di modelli digitali del terreno integrati con foto aeree, dati geologici, immagini satellitari e dati Gis, come quello creato per simulare l'eruzione del Vesuvio e verificare l'impatto dell'evento sul territorio circostante. Oggi il VISIT si occupa soprattutto della realizzazione di ambienti virtuali interattivi come la ricostruzione del centro di Bologna con NUME (in 4D, dove la quarta dimensione è quella temporale), il Museo Monumentale della Certosa, la Casa del Centenario di Pompei, la Cattedrale di Parma nel Medioevo e la ricostruzione di interni domestici del '900 per il progetto MUVI. Recentemente, numerose ricostruzioni virtuali sono state impiegate per la realizzazione di un filmato in animazione 3D per il Museo della Città di Bologna che racconta, in meno di 12 minuti, oltre due millenni di storia bolognese.
Ma il VISIT non si occupa solamente delle applicazioni: negli anni, per sopperire alla mancanza di strumenti adeguati alla visualizzazione, abbiamo realizzato il framework Open ViSMan (Open Virtual Scenarios Manager sviluppato con librerie grafiche open source) progettato per navigare all'interno di complessi scenari culturali ricostruiti collegati a basi di dati. A sostegno della produzione per il grande pubblico e la creazione di filmati in animazione, anche stereoscopici, è disponibile la Blender Render Farm.
Prospettive
È importante diffondere una prospettiva OpenSource nei confronti del mondo della cultura, oggi i sistemi aperti stanno ormai penetrando in moltissimi settori producendo un rinnovamento e una ridefinizione delle pratiche di grandi compagnie private e di importanti istituzioni di ricerca, in nome di un approccio meno gerarchico e più innovativo alla conoscenza.
Le ipotesi di sviluppo dei sistemi aperti sono quindi tanto più rosee in ambiti, come la comunicazione scientifica, in cui l’utilizzo delle risorse economiche deve necessariamente avvenire in modo consapevole e controllato.
Adottare un modello di sviluppo aperto permette di ottenere svariati vantaggi, come i costi contenuti delle applicazioni e delle tecnologie, la sostenibilità dei progetti, la condivisione delle risorse con altri soggetti o istituzioni, la semplicità nel riutilizzo di dati già processati ed integrati con metodologie valide e ben ideate, la valorizzazione dell’investimento in risorse umane piuttosto che in dispositivi hardware (Blender Render Farm).
Soltanto in questo modo nel futuro sarà ancora possibile parlare di ricerca e di progresso, passando da una situazione in cui la cultura e le risorse sono un’esclusiva di pochi ad un’utopica, ovviamente in senso positivo, condizione in cui la Comunicazione Scientifica e la conoscenza sono alla portata di tutti. A tale proposito, Cineca è partner della Network of Excellence di VMust, progetto europeo finanziato dalla DGXIII, iniziato a febbraio 2011 per una durata quadriennale.
Territorio 3D
Ad integrazione della conoscenza, valorizzazione e comunicazione del territorio e dei beni culturali, le tecniche di visualizzazione consentono la ricostruzione virtuale non solo di opere d'arte e siti archeologici ma anche di intere aree urbane. I modelli 3D alla base delle ricostruzioni consentono di realizzare dei portali visivi per l'accesso a basi di dati multimediali, particolarmente adatti alla didattica, all'installazione museale ed alla fruizione per il grande pubblico.
La ricostruzione virtuale di un territorio necessita la presenza di dati relativi alla geometria del territorio e delle foto aeree relative, per entrambi la è fondamentale una conoscenza dei sistemi di riferimento geografici e di software specifici per la gestione di tali dati.
Tali dati consentono di ottenere un paesaggio navigabile in tempo reale e rappresentativo di qualsiasi area geografica. Il DEM (Digital Elevation Model) fornisce l'effettiva altimetria dell'area in esame e quindi consente di ricostruire virtualmente la geometria, mentre le foto aeree necessarie per la "texture" di tale geometria forniscono una rappresentazione fotografica dell'effettiva distribuzione di elementi urbanistici e paesaggistici nell'area ricostruita. A partire dalla ricostruzione attuale è possibile inoltre integrare il terreno con ulteriori tipologie di dati eventualmente disponibili, come:
- foto/carte storiche
- informazioni vettoriali
- dati dimensionali per la ricostruzione di particolari oggetti/edifici da collocare sul terreno
- documentazione e qualsiasi tipo di informazione che possa essere esplicativa dell'argomento trattato, che potranno essere organizzate in database collegabili ad oggetti presenti nel terreno generato.
La risoluzione della geometria e delle immagini (foto aeree) del terreno dipende dalla risoluzione dei dati di partenza, ma anche dai parametri definiti in fase di generazione del terreno.
Musei immateriali
Le tecniche della visualizzazione consentono la ricostruzione virtuale di opere d'arte, siti archeologici e intere aree urbane, da cui è possibile partire per esplorare informazioni su storia e territorio. I modelli 3D alla base delle ricostruzioni permettono di realizzare dei "portali visivi" per l'accesso a basi di dati multimediali, particolarmente adatti alla didattica, all'installazione museale e alla fruizione per il grande pubblico.
In questo ambito, significativo è il progetto della ricostruzione virtuale del Museo della Certosa, e in particolare dei Monumenti-Ossario ai caduti della Grande Guerra e a quelli della guerra di Liberazione. Tramite la ricostruzione virtuale del monumento è possibile consultare i data base relazionali dedicati, nel primo caso, ai caduti di Bologna e provincia sepolti nel Cimitero della Certosa, sia nelle tombe di famiglia e individuali, sia all'interno del Monumento Ossario della Grande Guerra; nel secondo caso, ai caduti della guerra di Liberazione, sia sepolti nel Monumento Ossario sia commemorati nel Monumento di piazza Nettuno.
Diventa così possibile navigare immersivamente nel modello tridimensionale degli Ossari, e da qui consultare in digitale non soltanto la biografia e la documentazione di ogni caduto (i cui originali sono conservati presso la Biblioteca del Museo del Risorgimento di Bologna, l’Istituto Parri e l’ANPI), ma anche schede di approfondimento sugli eventi bellici, luoghi, corpi militari o partigiani coinvolti negli eventi, con apparato multimediale, fotografie, filmati, mappe, brani letterari e musicali.
Un altro progetto ha riguardato la ricostruzione della Cattedrale di Parma, utilizzata in collaborazione con Studio Azzurro come ambientazione per far rivivere l’atmosfera e i momenti salienti della vita religiosa in epoca medioevale.
Due progetti di lunga durata sono quelli di MUVI - Museo Virtuale della Vita Quotidiana, con il quale sono stati ricostruiti alcuni interni domestici del ‘900 e di NUME – Nuovo Museo Elettronico della città di Bologna, con la ricostruzione del centro cittadino in diverse epoche storiche.
Attualmente, è in corso di lavorazione un cortometraggio 3D stereo della durata di circa 15 minuti prodotto per Genus Bononiae Musei nella Città. Si tratta di un racconto immersivo sulla storia di Bologna dall' epoca etrusca ai giorni nostri.
Articolo tratto dal Notiziario Cineca - Ambienti Virtuali: nuovi media per una nuova prospettiva museografica