Anna Fiaccarini Responsabile biblioteca e archivi extra filmici Cineteca di Bologna

 

Il contributo della Fondazione Cineteca a I-Media-Cities prende avvio con la pubblicazione online di oltre 8000 fotografie (in gran parte inedite) e quasi duecento ore di filmati di Bologna, dal 1900 agli anni Novanta.

Il gesto di selezione iniziale è già di per sé un atto curatoriale: la Cineteca conserva infatti oltre due milioni di fotografie di Bologna (dal 1870 al 2000) e il numero di film e repertori che rappresentano la città è molto più ampio rispetto ai titoli selezionati. Non è stato semplice individuare le immagini più rappresentative dei vari decenni. Del resto, il punto di forza del progetto, orientato a nuove modalità di ricerca e studio della storia e dello sviluppo urbano delle città europee, è proprio nel lavoro di archivisti e ricercatori capaci non solo di rendere fruibili le immagini nei migliori standard tecnici ma anche di descrivere i documenti, reinserendoli nel contesto in cui questi sono stati prodotti originariamente.  

In un'epoca in cui su web emerge solo l'informazione trainata da immagini accattivanti ed il tempo di fruizione di un video in streaming non supera una manciata di secondi (la durata di una GIF), ecco che pensare ad una piattaforma che riservi il giusto spazio e tempo all'analisi e alla ricerca è un gesto provocatorio e in controtendenza. Gli archivisti offrono percorsi e piste di ricerca, ma ricevono feedback e annotazioni dai  futuri utilizzatori e, ancora più interessante, è che le ricerche si possono estendere a raccolte provenienti da più archivi di diverse città europee. Si viene così a formare una rete in cui la condivisione dei materiali non ha come scopo unico e ultimo la loro fruizione, ma si apre potenzialmente ad aggiustamenti continui grazie al riscontro degli utilizzatori stessi, rendendo concreto il progetto di un'opera aperta. Gli strumenti informativi avanzati applicati alla ricerca potenzieranno il gesto d'analisi e, attraverso lo studio comparato dei risultati, emergeranno nuovi scenari che daranno vita a nuovi saperi e conoscenze.

Attraverso interviste mirate a ricercatori di diversi ambiti disciplinari (storici, sociologi, antropologi, ecc.), si è cercato di inquadrare le loro esigenze, orientando sia la scelta dei contenuti, sia la progettazione di applicazioni avanzate per l'analisi automatica o semi automatica delle immagini condivise sul portale. Inoltre, i partner del progetto hanno avuto modo di confrontarsi per arrivare a stabilire, sin da subito, i limiti temporali entro i quali impostare la selezione e sono stati identificati i temi ricorrenti e presenti trasversalmente nelle diverse collezioni europee. Di conseguenza, oltre agli eventi e alle personalità che hanno segnato la vita cittadina, si è cercato di dare priorità a temi comuni, come le persistenze e i mutamenti del Centro Storico, l'espansione della città, il destino delle periferie, l'erosione della campagna, l'evoluzione dell'industria e del commercio, lo sviluppo delle vie di comunicazione.

Non sono state trascurate le manifestazioni sociali: la scuola, lo sport, l'università,  gli ospedali, la vita politica e il tempo libero (in particolare la frequentazione di teatri e cinema). Alle ricchissime collezioni fotografiche a disposizione della Cineteca si affiancano diversi filmati che hanno consentito di ricostruire momenti di grande trasformazione dell'assetto urbano della città. Sono gli anni in cui si diffonde in città l'uso del cinematografo e non è un caso che la fascinazione stia tutta nella ripresa del movimento, della velocità, e del tempo, quel che la fotografia non riesce a restituire. Numerosi nelle raccolte europee sono, infatti, i mezzi di locomozione e ad essi si collega il focus sull'evoluzione dei mezzi di trasporto e la viabilità e, in parallelo, l'attenzione ai mutamenti urbanistici.

La selezione dei materiali, poi, non ha mancato di sottolineare e documentare, sul piano della politica nazionale, le campagne per una maggiore autonomia degli enti locali, la denuncia delle speculazioni edilizie, la battaglia contro il carovita, la riforma scolastica e naturalmente la lotta contro la censura. Date le potenzialità del progetto, ci attendiamo e auspichiamo che I-Media-Cities sia il punto di partenza per future sperimentazioni. Sarebbe importante, per esempio, mettere in relazione i risultati di una piattaforma, come I-Media-Cities, con le esperienze di valorizzazione del patrimonio. Si pensi agli spazi immersivi di gallerie di immagini che popolano di norma le mostre tematiche (uno degli ambiti che la Cineteca sta sperimentando sempre più di frequente). Quel che andrà potenziato ora è il legame tra i due contesti, lo spazio di approfondimento dato dal portale dovrebbe confluire in maniera meditata in un percorso espositivo.

Cosa si propone ad un ricercatore che entra in uno spazio espositivo e museale? Il portale dovrebbe presentarsi come un accattivante invito all'approfondimento e alla ricerca, o anche un inciampo, un passaggio obbligato attraverso il quale passare e riflettere, per procedere oltre nel percorso dell'esposizione.

Dal contrasto, l'inciampo, la riflessione, partono sempre nuove piste di indagine o si innescano nuove aperture di pensiero.